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I gatti sognano?

Chiunque viva con un gatto avrà notato che durante il sonno può capitare che il micio si agiti. Se vi siete chiesti se in quel momento sta sognando, la risposta è sì: anche i gatti sognano.

Non è ovviamente possibile sapere cosa sognano, ma è probabile che rivivano le esperienze del quotidiano, come la caccia, il gioco, la pulizia e le interazioni sociali.

Le fasi del sonno

Come nell’uomo, anche nel gatto, il sonno presenta un’alternanza regolare di fasi non-REM e REM: durante la fase REM, gli occhi si muovono rapidamente e in modo casuale, la frequenza cardiaca e la respirazione diventano più veloci e l’attività cerebrale è uguale a quella del gatto da sveglio. Gli umani entrano nel sonno REM ogni 90 minuti, i gatti circa ogni 25 minuti. Gli stadi si alternano tra episodi di sonno leggero e fasi di sonno pesante della durata di circa 20 minuti, seguiti da periodi di sonno REM, della durata di circa 5 minuti.

I benefici del sonno

Sappiamo che il sonno è essenziale alla sopravvivenza di ogni mammifero. Dormire dà la possibilità al corpo di riposare e al cervello di consolidare gli apprendimenti: infatti, se non dormiamo abbastanza, non riusciamo a ricordare bene. Il sonno inoltre potenzia il sistema immunitario.

Se vivete con un gatto, avrete notato che ama molto dormire e riposare, e in effetti è un attività che occupa il doppio del tempo degli umani:  i gatti adulti dormono circa 16 ore al giorno, i cuccioli e gli anziani anche 18-20 ore. I gatti sono animali crepuscolari, sono cioè più attivi al tramonto e all’alba. Ecco perché questi sono anche i momenti in cui vedrete il vostro gatto più propenso a giocare ed è il motivo per cui potrebbero svegliarvi molto presto al mattino.

Non svegliare il gatto che dorme!

Quando il nostro gatto dorme, non dovrebbe mai essere svegliato. Questo è ancora più importante se siamo davanti a un cucciolo, proprio perché il sonno lo aiuta a fissare i molti apprendimenti avvenuti durante il corso della giornata. La mancanza di sonno, inoltre, può influenzare l’attenzione, le capacità cognitive e gli stati d’animo.

Essendo il gatto sia preda che predatore, i suoi sensi restano comunque parzialmente attivi e anche piccoli stimoli possono farlo sobbalzare, soprattutto durante il sonno diurno.

A ogni età il suo sonno

Le abitudini variano da gatto a gatto ma, in genere, i gatti anziani e i gattini molto giovani dormono più degli adulti. Tutti i gatti, comunque, tendono a dormire di più quando fa freddo, mentre quelli che hanno una vita più attiva e che vivono anche all’aperto, tendono a dormire meno degli altri.

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Alimentazione

I gatti, sia domestici che selvatici appartengono alla famiglia dei Felidi e la convivenza con l’uomo è molto recente perchè è cominciata circa 6.000 anni fa. Dalla domesticazione e fino a pochi decenni fa il gatto ha fatto una vita semi-libera e la sua dieta era costituita in gran parte da quello che riusciva a cacciare, la sua alimentazione non era quindi particolarmente curata da parte nostra.

Le abitudini alimentari

Mentre il cane è un carnivoro opportunista e questo significa che anche se la carne è l’alimento privilegiato può nutrirsi anche di altro, tutti i Felidi sono carnivori stretti, cioè non possono rinunciare alla carne come alimento principale.

Il gatto selvatico ha una dieta molto varia che cambia a seconda della stagione, e che comprende topi, ratti, conigli, uccelli, lucertole, insetti…Essendo predatori che cacciano a qualsiasi ora, fanno piccoli ma frequenti pasti per coprire il proprio fabbisogno energetico quotidiano.

Il gatto domestico ha conservato l’abitudine a fare piccoli pasti frequenti ( fino a 20 volte al giorno) ed è per questo che il cibo dovrebbe essere sempre a sua disposizione sia durante il giorno che durante la notte.

Le necessità nutritive

Una delle sostanze nutritive di cui il gatto non può fare a meno è la taurina. La taurina si trova solo nella carne e le carenze possono portare a danni permanenti e anche alla morte.

I gatti non sono invece predisposti per digerire i carboidrati: in natura il loro pasto è costituito da carne e organi, un livello moderato di grassi e solo l’1-2 % di carboidrati.

Di solito, un gatto obeso non lo è perchè ha il cibo sempre a disposizione ma perchè gli viene proposta un’alimentazione troppo ricca di carboidrati.

Quando scegliete una alimentazione commerciale, crocchette o scatolette, cercate di porre molta attenzione alla lettura degli ingredienti e privilegiate le marche che propongono una percentuale molto alta di carne e molto bassa o assente di carboidrati.

L’acqua

Come abbiamo detto, il gatto si è evoluto in zone desertiche e si è quindi adattato a quel tipo di clima, per questo motivo sopporta meglio il caldo del freddo ed è in grado di sopravvivere anche con poca acqua. Questo però lo rende più esposto a problemi urologici, specie da quando mangia solo cibo commerciale secco.

Come scegliere l’alimentazione giusta

Per alimentare correttamente i nostri gatti dobbiamo prima di tutto considerare l’età, l’attività fisica, lo stile di vita e lo stato generale di salute. Il cibo che scegliamo per il nostro gatto quando è cucciolo non andrà bene quando sarà adulto e dovrà essere modificato man mano che passerà dall’età adulta all’anzianità.

Dobbiamo affidarci al nostro veterinario per scegliere l’alimentazione più adatta al nostro gatto, ricordandoci sempre che gli scarti della tavola non costituiscono per il nostro micio una alimentazione adeguata.

Abbiamo almeno tre opzioni: le crocchette, l’umido o la cucina naturale. Se decidiamo di alimentarlo con cibo naturale, possiamo farlo affidandoci a un nutrizionista in grado di studiare un piano nutrizionale su misura per il nostro micio, che sicuramente ci ringrazierà.

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Andiamo dal veterinario

La visita del veterinario può essere un momento molto stressante per il gatto, e l’agitazione può cominciare già con il trasporto verso la clinica.

La scelta del trasportino

Per viaggiare in macchina, e per affrontare l’attesa dal veterinario, è necessario abituare il gatto al trasportino. L’ideale sarebbe utilizzarlo fin da cucciolo in modo da renderlo un oggetto familiare e sicuro.

Scegliete un trasportino chiuso, rigido, resistente e sufficientemente grande da permettere al vostro gatto di potersi sdraiare all’interno. Preferitene uno che abbia la porticina anteriore e che possa essere smontato dall’alto.

Se il vostro trasportino è a rete o comunque molto aperto, copritelo con un asciugamano o un telo per diminuire la visibilità esterna che agiterebbe molto il gatto.

Abituare il gatto al trasportino

Lasciate il trasportino in casa e a disposizione del gatto, inserendo all’interno un cuscino, o qualche giochino, oppure qualche bocconcino che il gatto gradisce particolarmente, in modo che questo oggetto possa diventare un luogo piacevole in cui stare e in cui il gatto entra ed esce volentieri da solo.

Abituare il gatto al viaggio in macchina

Abituate poi gradualmente il vostro gatto a viaggiare in macchina: fissate bene il trasportino in modo che non si ribalti né si sposti. Iniziate con dei tragitti molto brevi e, se va tutto bene, aumentate man mano la lunghezza del viaggio. Se però vi accorgete che il vostro gatto ansima, miagola parecchio oppure sta male durante il viaggio, parlatene con il veterinario per valutare come intervenire. Potrebbe essere sufficiente utilizzare dei feromoni, oppure il medico potrà suggerirvi qualche altro rimedio a seconda del problema.

Se durante il viaggio il gatto fosse agitato, non rimproveratelo né chiamatelo continuamente: questi atteggiamenti non lo aiuteranno a calmarsi e anzi aumenteranno l’ansia.

L’attesa dal veterinario

Scegliete un veterinario che conosca bene l’etologia del gatto e che lavori rispettandone i tempi in modo da diminuire al minimo lo stress della visita.

Preferite la possibilità di fissare un appuntamento in modo da ridurre i tempi di attesa e mentre aspettate il vostro turno, appoggiate il trasportino in una zona rialzata, non a terra dove possono passare persone e cani.

Il rientro a casa

Finita la visita, portate l’attenzione sul rientro a casa: mantenete gli stessi accorgimenti del viaggio di andata e guidate con calma. Arrivati a casa poggiate a terra il trasportino e aprite lo sportello, senza forzare il gatto ad uscire. Se in casa ci sono altri gatti, fate attenzione alle reazioni che possono avere nel momento del ricongiungimento.

Lavate bene il trasportino e riposizionatelo poi nel luogo abituale in modo che il gatto torni ad utilizzarlo come luogo di gioco o di riposo.

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Cosa fare se troviamo un gatto

Dal primo gennaio 2020 in Lombardia è diventato obbligatorio anche per i gatti il microchip. L’obbligo riguarda solo i gatti appena nati, appena adottati o appena comprati. Sarà un aiuto in più in caso di smarrimento ed il mezzo più concreto che dimostra legalmente la proprietà dell’animale: sarebbe quindi consigliabile che anche i gatti nati, comprati o adottati prima del 01/01/2020 venissero dotati di chip.

Ma cosa dobbiamo fare se troviamo un gatto per strada?

Se troviamo un gatto adulto

Se troviamo un gatto adulto e in salute, possiamo tentare di avvicinarlo con calma e senza movimenti bruschi per evitare di spaventarlo e di farlo fuggire. Possiamo verificare quindi che abbia un collarino e una medaglietta: per i gatti esistono dei collarini sicuri, che si sganciano alla minima pressione e che quindi permettono anche ai gatti abituati a girovagare di non rimanere impigliati.

Se non ha alcun segnale identificativo, non significa comunque che il micio sia in difficoltà: potrebbe essere un gatto abituato ad uscire di casa, o essere un gatto di colonia, quindi libero. L’applicazione del microchip è quindi vivamente consigliata per coloro che consentono al proprio gatto di uscire.

Se il gatto sta bene, chiedete in zona se esiste una colonia o se il gatto è conosciuto. Se potete, fate qualche foto e utilizzate i social per diffonderla. Ma se valutate che il gatto sia particolarmente disorientato, affamato, sporco o in difficoltà, e se si fa avvicinare, potete prenderlo e diffondere subito attraverso volantini e canali social la notizia del suo ritrovamento, in modo da verificare se si sia perso. Se in zona esiste un’associazione animalista o un gattile di riferimento, potete contattarli per avere informazioni e aiuto.

Se invece il gatto è ferito, cercate di metterlo in sicurezza e chiamate il Servizio veterinario dell’ASL di competenza territoriale oppure un’associazione animalista o il gattile di zona. In mancanza di questi, chiamate un Medico Veterinario (anche libero professionista) che ha il dovere di assistenza previsto dall’articolo 18 Codice Deontologico della categoria. Intervenite personalmente sul gatto solo se avete seguito un corso di primo soccorso veterinario, in caso contrario potreste peggiorare la situazione.

Se trovate un cucciolo

Se trovate un gattino, invece, la prima cosa da fare è accertarsi che i suoi fratellini e la mamma non siano in zona: spesso infatti la mamma si allontana dalla cucciolata in cerca di cibo oppure per spostare i cuccioli da un rifugio all’altro.

Se siete certi che il gattino è solo, prendetelo e chiamate un’associazione animalista o il gattile. Se potete tenerlo con voi, prima comunque fatelo visitare da un veterinario per controllare che stia bene e per farvi consigliare nella sua gestione.

Attenzione però all’età del cucciolo: se il gattino non è ancora svezzato, è necessario affidarsi all’aiuto di qualcuno in grado di allattarlo e di dargli le cure necessarie.

Il gattino, infatti, fino alla terza settimana di vita non ha i denti e deve essere allattato ogni 2-3 ore con un latte adeguato: quello di mucca non va bene perché è povero dei nutrimenti necessari e potrebbe causargli diarrea. Inoltre, non può eliminare da solo e per questo alla fine di ogni pasto deve essere stimolato a fare i bisogni.

Infine, dalla nascita e fino ai 15 giorni circa non sente, non vede e non è in grado di scaldarsi da solo, per cui ha bisogno di essere tenuto al caldo e al sicuro.

I gattini molto piccoli sono anche molto delicati, non improvvisate, ma chiedete aiuto a un veterinario o a volontari esperti.

Se si vede abbandonare un animale

Chi abbandona un animale commette un reato e può essere punito con l’arresto fino a un anno o con un’ammenda sino a 10.000 euro.

Se assistete ad un abbandono, non esitate a chiamare le forze dell’ordine (Carabinieri / Polizia di Stato / Polizie Locali)  fornendo tutti gli elementi necessari ad individuare i responsabili dell’abbandono (numero di targa, ecc.).

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La famiglia si allarga: benvenuto micio!

La decisione di adottare un gatto è di solito carica di tante emozioni e aspettative, ma anche di dubbi e paure su come accogliere nel modo più corretto il nuovo arrivato.

La prima raccomandazione quando si affronta questa nuova avventura è quella di non avere fretta e quindi di lasciare al nuovo amico il tempo necessario per ambientarsi: l’inserimento in una nuova casa è un momento delicato, sia che si tratti di un cucciolo che di un micio adulto.

Ricordiamoci che se il gatto è adulto, ci troveremo di fronte un individuo con un carattere già formato e con un vissuto che potrà influenzare la nostra relazione con lui.

Prima di cominciare

Nella scelta di portare a casa un nuovo componente della famiglia, dovremmo chiederci se il nostro stile di vita e la nostra casa siano adatti al nostro futuro amico.

I gatti hanno bisogno di un ambiente tranquillo, di cure e di stimoli adeguati per mantenere allenati fisico e mente.

Quanto tempo abbiamo a disposizione? Se siamo assenti per molte ore durante la giornata, dovremo orientarci verso l’adozione di un soggetto adulto, mentre un cucciolo avrà bisogno di più cure e di una presenza più assidua.

Per fortuna, la vita media dei gatti è piuttosto lunga: siamo sicuri di poter assumere un impegno che ci coinvolgerà per molti anni?

Abbiamo in programma cambiamenti importanti nel futuro prossimo? Se prevediamo un imminente trasloco, un matrimonio o l’arrivo di un bimbo, è consigliabile rimandare la decisione a quando le condizioni saranno più stabili e noi potremo garantire al gatto le giuste attenzioni.

E’ inoltre consigliabile verificare che chi vive con noi non abbia allergie.

Valutiamo anche a chi affideremo il nostro gatto nei periodi di vacanza: abbiamo dei parenti che se ne potranno occupare, oppure possiamo permetterci la spesa di un cat sitter o di una pensione?

Infine, se con noi vivono già altri gatti o altri animali, sarà utile consultare un esperto che potrà accompagnarci nella valutazione e nell’inserimento del nuovo membro in famiglia.

I primi giorni

L’arrivo a casa sarà per il nostro gatto un momento molto stressante: persone sconosciute, nuovi spazi, nuovi odori, nuovi rumori…

Il nostro micio avrà quindi bisogno di uno spazio sicuro e riparato dove nascondersi per studiare la situazione e osservare i nostri comportamenti. Per i primi giorni, è consigliabile dedicargli una stanza in cui sistemare tutto il necessario: ciotole con acqua e cibo, lettiera, qualche gioco, una cuccia. E’ utile procurarsi alcuni scatoloni di cartone da posizionare capovolti in modo da sembrare una tana: i gatti amano i nascondigli da cui possono controllare l’ambiente che li circonda sentendosi protetti.

I rumori della casa potrebbero preoccupare il nostro micio: l’aspirapolvere, l’asciugacapelli o la lavatrice potrebbero spaventarlo, cerchiamo quindi di fare attenzione e di usare questi elettrodomestici lontano dalla stanza in cui abbiamo temporaneamente sistemato il gatto.

Se possibile, informiamoci su quali fossero le sue abitudini alimentari prima di essere adottato e cerchiamo di non modificarle. Potremo poi introdurre dei cambiamenti, in accordo con il veterinario.

Le risorse

Ci sono delle attenzioni da porre nell’organizzazione degli spazi e degli oggetti dedicati ai nostri gatti.

Le ciotole di acqua e cibo, per esempio, devono essere posizionate lontane dalla lettiera: ai gatti non piace mangiare dove eliminano, esattamente come non piace a noi!

Il gatto sceglierà diversi luoghi, in casa, dove riposare, e potrà cambiarli nel corso del tempo. Mettete a disposizione qualche cesta o cuccia, ma aspettatevi che il vostro micio scelga anche sedie, divani e letti come luoghi privilegiati per schiacciare un sonnellino.

Ricordate di posizionare la lettiera in un luogo facilmente accessibile e possibilmente lontano da zone di passaggio. Se avete più di un gatto, non dimenticate una regola fondamentale: il numero di lettiere deve essere uguale al numero di gatti, più una.

In una zona lontana da cibo e lettiera, non potrà mancare il tiragraffi: preferitene uno verticale, che consenta di stirare bene la schiena durante l’utilizzo, ma verificate anche se al vostro gatto possa piacere un tiragraffi orizzontale e in questo caso lasciategli a disposizione entrambe le possibilità.

Arricchimento ambientale

Se il vostro gatto non ha la possibilità di uscire, l’appartamento dovrà trasformarsi in un luogo interessante e stimolante in cui sia piacevole trascorrere il tempo.

Palline, pupazetti, ma anche scatoloni o buste di carta saranno dei graditi passatempi per il vostro gatto: ricordatevi però di cambiare spesso i giochi a disposizione, per tenere viva la sua curiosità e non annoiarlo. Il gatto, inoltre, ama la tridimensionalità: mensole e spazi sopraelevati raggiungibili e liberi da soprammobili saranno per lui una risorsa importante e gli consentiranno di sperimentare le altezze, le arrampicate, il movimento così tanto importanti per soddisfare le sue esigenze ed esprimere la sua “felinità”.

Fate attenzione a…

Custodite medicinali, prodotti chimici e detersivi in un armadietto ben chiuso
Fate attenzione a terrazzi, balconi e finestre: installate una protezione che tuteli il vostro gatto dalla possibilità di cadere, magari nel tentativo di cacciare una farfalla, un insetto o un uccellino.

Attenzione anche al piano della cucina, in particolare a fornelli e forno.

Controllate i fili elettrici e se possibile metteteli in sicurezza: alcuni gatti possono trovare piacevole masticare i cavi.

Igiene e cure

I gatti sono animali molto puliti e non è normalmente necessario provvedere alla loro toelettatura, fatta eccezione per i gatti persiani che per le caratteristiche del loro pelo hanno bisogno di cure particolari.

I gatti a pelo corto non richiedono di essere spazzolati, mentre i gatti a pelo lungo o semilungo vanno curati quotidianamente per evitare la formazione di nodi.

Durante il periodo della muta, comunque, qualche spazzolata in più aiuta a liberare il gatto dal pelo in eccesso e quindi ad evitare la formazione di boli di pelo che possono causare piccoli problemi gastrici.

Alcune piante risultano dannose e anche velenose per i nostri gatti: azalea, edera, stella di Natale, sono solo un esempio dei tanti vegetali a cui dobbiamo prestare attenzione.

Affidatevi al vostro veterinario di fiducia per discutere del piano vaccinale e della profilassi antiparassitaria.

Il trasportino

Il trasportino è un oggetto utile e necessario: dobbiamo presentarlo al nostro micio in modo da renderlo rassicurante, familiare e confortevole. Possiamo lasciarlo a disposizione in giro per casa, con all’interno qualche bocconcino gustoso o un gioco divertente: quando il micio inizierà ad entrare senza timore, potremo chiudere delicatamente lo sportello per riaprirlo subito dopo, allungando poi gradualmente il tempo di permanenza dell’animale all’interno del trasportino.

5 curiosità sul mantello del gatto

Il mantello del gatto ha diverse funzioni: può aiutare il micio a mimetizzarsi e svolge una protezione naturale contro gli sbalzi di temperatura, gli garantisce la possibilità di termoregolarsi, lo protegge dalle intemperie perché lo impermeabilizza e isola, e gli permette quindi di adattarsi alle condizioni climatiche dell’ambiente in cui il gatto vive.

Ci sono però alcuni mantelli che portano con loro delle caratteristiche particolari: vediamo quali sono.

  • Il gatto nudo

Lo Sphinx, meglio conosciuto come “gatto nudo” non è proprio senza pelo perchè ha una sottile peluria su tutto il corpo e ha anche un po’ di pelo più fitto alle estremità. Mentre hanno sopracciglia e baffi più corti del normale

  • Il mantello bianco

Il bianco non è un vero colore ma un’assenza di colore dovuta al gene dominante W che non permette agli altri colori di manifestarsi.  A volte, nei cuccioli bianchi, si può notare una piccola macchia del colore nascosto sulla testa, che scomparirà generalmente intorno all’anno di età e ci rivela qual è il vero colore di quel gatto, che non si è manifestato a causa del gene W. Questo mantello è spesso legato alla sordità. Bisogna inoltre fare attenzione perché nei gatti bianchi la punta di orecchie e naso sono più soggette al rischio di scottature.

  • Il mantello tartaruga o tricolore

Quando incontriamo un gatto con il mantello a squama di tartaruga o con mantello tricolore (detto calico) sappiamo di avere davanti una femmina perché, per motivi genetici, questo tipo di mantello è presente solo nelle gatte: nei rari casi in cui il gatto sia un maschio, questo è certamente sterile.

  • Gatto fulvo

Per molto tempo si è creduto, erroneamente, che i gatti rossi fossero solo e sempre di sesso maschile. Questa informazione non è corretta perché esistono anche delle femmine con questa particolare colorazione, ma è certamente vero che la maggior parte dei gatti dal mantello fulvo, per il 75-80% dei casi, sono di sesso maschile anche se ancora non è chiara la ragione.

  • Il gatto anallergico

Una delle ragioni per cui alcune persone non possono adottare un gatto, è l’allergia al loro pelo. In realtà, l’allergia non è dovuta al pelo, ma a una proteina contenuta nella saliva del gatto. Come sapete, i gatti tengono molto alla loro pulizia e passano molto tempo a lisciarsi e curarsi il pelo, spargendo così la loro saliva su tutto il mantello. I peli che si staccano dal mantello del gatto e si disperdono per l’ambiente, dunque, sono intrisi della saliva del micio e questo può scatenare l’allergia nei soggetti predisposti. Il gatto di razza SIBERIANO ha una totale o quasi incapacità di produzione questa proteina ed è per questo motivo che il Siberiano è considerato un gatto anallergico.

Perchè alcuni gatti rubano le cose?

“Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”

Tutti conosciamo il proverbio “Tanto va la gatta al lardo che ci lascia lo zampino”: il detto ci insegna che quando si compie ripetutamente un’azione pericolosa come il furto, è probabile che prima o poi si venga scoperti e se ne paghino le conseguenze. Ma come nasce questo proverbio e perché si è scelto proprio il gatto come protagonista?

Tra le varie ipotesi, si pensa che l’espressione sia ricollegabile al fatto che in passato capitava che i contadini lasciassero il lardo affettato sul tagliere pronto per la cena e che capitasse che i gatti cercassero di approfittarne, lasciando però sul tavolo le orme del loro passaggio.

Jordan, il gatto che ruba le scarpe

Sicuramente, se vivete con un gatto, vi sarà capitato almeno una volta che il vostro micio abbia cercato di rubarvi del cibo dal tavolo o dal piano della cucina. Ma i gatti non sono interessati solo al cibo, e può capitare che rubino anche degli oggetti, come è capitato qualche tempo fa ad una famiglia statunitense il cui gatto, Jordan, ha cominciato a rubare le scarpe dei vicini. Ogni mattina i proprietari di Jordan trovavano in giardino una scarpa: inizialmente non hanno capito cosa stava succedendo e hanno pensato a qualche scherzo di cattivo gusto. Hanno quindi montato una telecamera esterna e hanno così scoperto che il loro gatto si dedicava a delle spedizioni notturne visitando le case dei vicini e rubando ogni volta una scarpa. Jordan è stato allora dotato di GPS e i proprietari hanno scoperto che il gatto percorreva fino a 13 km in una notte per mettere a segno i suoi colpi. I proprietari hanno quindi creato un gruppo facebook nella speranza di poter restituire le scarpe ai legittimi proprietari.

Perchè i gatti rubano le cose?

Il caso di Jordan è sicuramente molto singolare, ma può succedere che i nostri gatti prendano un fazzoletto, un calzino, o una mollettina per i capelli che poi fatichiamo a ritrovare. Probabilmente questo comportamento è legato alla forte propensione alla caccia che tutti i gatti hanno; spesso, una volta cacciata la preda, il gatto la sposta per poterla consumare con calma e può fare la stessa cosa con gli oggetti: mette quindi in atto la sequenza predatoria e nasconde il suo bottino con soddisfazione. Sappiamo infatti che i gatti amano cacciare indipendentemente dal bisogno di sfamarsi e questa attività è per loro molto divertente.

Se però notate che il vostro gatto attua molto spesso questo comportamento fino a diventare un’ossessione, parlatene con il vostro veterinario e contattate un professionista perché potrebbe essere il segnale di stress da non sottovalutare.

17 febbraio: la festa del gatto

La data della Festa del Gatto è diversa da Paese a Paese. Nel 2002 è stata fissata all’8 agosto la data internazionale come World Cat Day, ma in Italia la festa del gatto è 17 febbraio: ma come nasce questa ricorrenza?

Chi ha scelto la data?

La Festa è stata istituita nel 1990 quando la giornalista gattofila Claudia Angeletti ha proposto un sondaggio tra i suoi lettori per stabilire il giorno da dedicare ai gatti. Una delle lettrici indicò il 17 febbraio dando diverse spiegazioni che convinsero il pubblico.

Le motivazioni della scelta

  • Febbraio è il mese del segno zodiacale dell’Acquario, ossia degli spiriti liberi ed anticonformisti come quelli dei gatti
  • Tra i detti popolari febbraio veniva definito “il mese dei gatti e delle streghe” collegando in questo modo gatti e magia.
  • Il numero 17, poi, è ritenuto un numero porta sfortuna, così come succede al gatto nero.
  • Il numero 17 è l’anagramma del numero romano XVII che si può trasformare in “VIXI” cioè “sono vissuto”, ovvero “sono morto”. Non così per il gatto che, per leggenda, può affermare di essere vissuto vantando la possibilità di altre vite.
  • Il 17, infine, evoca le 7 vite del gatto, quindi “1 vita per 7 volte”.

Come si festeggia e perchè

In varie città d’Italia, ogni anno si festeggia questa giornata con iniziative artistiche o di solidarietà a favore di questi animali.

Secondo una ricerca del 2019 condotta dal Censis, gli italiani sono i primi in Europa per numero di animali domestici che sono presenti nel 52% delle case e si stima che i gatti in Italia siano circa 7,5 milioni.

Quindi, questa festa è un’occasione in più per conoscere l’universo felino ed è un’opportunità per parlare del benessere dei gatti, di come farli felici ma anche dell’importanza delle adozioni.

Gattili, oasi, colonie feline

Quando si parla di gatti in cerca di casa, spesso si fa riferimento alle strutture che li ospitano: gattili, oasi felini, colonie….Proviamo a capire meglio la differenza.

Perché un gatto arriva in un rifugio

I gatti che vengono accolti nei rifugi normalmente sono stati rinvenuti sul territorio perché abbandonati, oppure vengono portati direttamente dai proprietari che per molteplici ragioni non se ne possono più occupare. A volte i motivi sono seri, come malattie, lutti o gravi problemi familiari, altre volte, purtroppo, le ragioni sono futili e affatto insuperabili: un’improvvisa e improbabile allergia, l’arrivo di un bambino, la poca volontà di curare il micio anziano o malato, la mancanza di disponibilità della famiglia a collaborare nella gestione del gatto…

Il gattile

Il gattile è un rifugio molto simile a un canile, in cui i gatti vengono di solito alloggiati in box o in gabbie.

I volontari e gli operatori della struttura si occupano dell’accudimento degli animali e della pulizia degli spazi e normalmente esiste un veterinario di riferimento che si occupa degli aspetti sanitari.

Purtroppo, nella maggior parte dei casi, i gatti sono detenuti in gabbie e questo influisce negativamente sul loro benessere: hanno cibo, riparo e assistenza medica, ma non possono muoversi liberamente ed esprimere la loro personalità.

In alcune fortunate realtà, invece, i gatti hanno un accesso a spazi più ampi e hanno quindi la possibilità di non restare in gabbia, ma stanno liberi in ambienti più stimolanti dove possono giocare e interagire con i loro simili e con le persone che si occupano di loro. In questo caso, di solito, i gatti riescono ad andare d’accordo nonostante non siano tra loro familiari e nonostante gli spazi limitati perché le risorse (quindi cibo, acqua, cucce, giochi…) sono abbondanti e non è necessario entrare in competizioni per averle.

Le oasi feline

L’oasi felina invece è una struttura più aperta, in cui i gatti hanno la libertà di muoversi all’interno degli spazi loro dedicati in un contesto naturale. L’oasi, infatti, offre un ambiente spazioso, con prati, alberi e rifugi naturali a cui i gatti hanno libero accesso.

Le oasi possono avere degli ambienti separati a seconda delle necessità dei gatti che vengono ospitati e generalmente le interazioni con le persone sono più limitate rispetto ai gattili.

Le oasi possono essere una buona soluzione per quei gatti che hanno poca socializzazione con l’uomo oppure che avendo avuto un passato da randagi ed essendo quindi poco adatti a vivere in una casa, hanno però necessità di essere controllati e curati e non potrebbero più cavarsela da soli.

Le colonie feline

Le colonie feline sono luoghi in cui i gatti randagi temporaneamente si aggregano quando la tutor (la gattara) porta loro il cibo. La gattara normalmente allestisce anche qualche riparo e si occupa di monitorare lo stato generale di salute dei gatti che frequentano la colonia.

Come abbiamo detto più volte, il gatto non è un animale che vive in branco e la colonia felina, infatti, non è un branco, ma piuttosto un gruppo provvisorio di gatti che si riunisce per avere cibo. Anche in questo caso, i gatti accettano di condividere un momento di aggregazione perché non ci sono motivi di conflitto: il cibo infatti è abbondante ed è accessibile a tutti senza necessità ci contesa. Concluso il momento del pasto, normalmente i gatti tornano alla loro vita più solitaria.

Le colonie feline sono tutelate dalla legge: la tutor può dichiarare l’esistenza della colonia presso il Comune di appartenenza e, una volta registrata, la colonia verrà segnalata tramite un cartello, sarà vietato disturbare o allontanare i gatti che vi appartengono e la tutor potrà usufruire della sterilizzazione gratuita per tutti i gatti presenti.

Difendersi dal freddo

Con l’arrivo del freddo è importante preparare il nostro gatto al cambio di temperatura, indipendentemente dal fatto che abbia o meno accesso all’esterno: vediamo come.

I gatti che escono

Chi ha la possibilità di far uscire il proprio gatto dovrebbe avere l’accortezza di montare una gattaiola, cioè un passaggio che gli permetta di rientrare anche quando non siamo in casa. Con l’arrivo dei primi freddi, infatti, la muta che consente di aumentare la protezione dal freddo potrebbe non essere completa e il gatto potrebbe avere necessità di ripararsi e di non rimanere troppo tempo esposto alle basse temperature. Se non fosse possibile montare la gattaiola, lasciamo allora all’esterno una cuccia riparata e calda con giornali e tessuti caldi.

Normalmente i gatti non amano la neve, anche se alcune razze sono più predisposte di altre al contatto con la stessa: per esempio il Norvegese, il Siberiano,  il Maine Coon. Soprattutto se il micio è anziano, le piogge e l’umidità potrebbero essere pericolose per la sua salute. Teniamo sempre a portata di mano un asciugamano per evitare che il gatto, una volta rientrato, resti bagnato a lungo.

Facciamo  infine attenzione anche  all’alimentazione, che dovrà essere nutriente e un po’ più ricca del solito: possiamo aumentare le dosi, o passare ad un cibo più energetico. Chiedete consiglio al vostro veterinario per fare la scelta più adatta al vostro gatto.

E il gatto che vive in casa?

Anche se il gatto non esce, il suo metabolismo si modifica con l’arrivo del freddo: noteremo un ispessimento del sottopelo, la muta del mantello e un aumento di peso. Ricordiamoci quindi di spazzolarlo più frequentemente, soprattutto se il gatto ha il pelo semilungo o lungo. Facciamo attenzione alle dosi del cibo, che andranno un po’ ridotte perchè tendenzialmente ci sarà una diminuzione dell’attività fisica e una variazione di temperatura minima che non giustifica per lui la necessità di un maggiore apporto calorico.

Se il nostro micio ama dormire accanto o sopra i caloriferi, facciamo attenzione a non fargli mai mancare una ciotola di acqua fresca per evitare che gola e naso si secchino troppo, causando problemi alle mucose. A questo proposito, una particolare attenzione va posta da coloro che hanno il riscaldamento a pavimento.

Una differenza tra le razze

Ci sono alcune razze, come il Siamese o l’Abissino, che non riescono a proteggersi dal freddo a causa del pelo molto corto e dell’assenza o quasi di sottopelo. In questo caso è consigliabile ridurre le uscite e tenerli  in casa nei momenti più freddi.

I gatti con pelo cortissimo o addirittura privi di pelo, invece, dovrebbero proprio evitare di uscire.

Ci sono poi gatti che pur avendo un pelo lungo e folto, come il Persiano, dovrebbero evitare di uscire quando piove o nevica, perchè fanno fatica ad asciugarsi.

E i randagi?

Come sempre, ricordiamoci anche dei gatti randagi: possiamo fornire loro una alimentazione più energetica ricca di grassi e proteine. Le cucce andrebbero rese più impermeabili e riempite di giornali e di stoffe calde

Quando parcheggiate la macchina, fate sempre attenzione che non ci siano gatti nei paraggi e prima di ripartire battete un colpo sulla gomma e suonate il clacson, in modo da scongiurare la possibilità che un gatto possa essersi riparato sotto la macchina o infilato vicino al motore alla ricerca di un po’ di tepore.

Natale a misura di gatto: l’albero e il presepe

Come evitare che il nostro micio smonti l’albero convinto che le palline siano il suo nuovo gioco?

La scelta dell’albero

La scelta dell’albero è in assoluto la parte più complicata: per alcuni gatti la sua presenza non è particolarmente interessante, ma per moltissimi altri l’albero è una specie di parco dei divertimenti dove nascondersi, arrampicarsi, trovare oggetti e staccare palline.

L’albero tradizionale

Se siete dei convinti sostenitori dell’albero tradizionale e per voi senza non è Natale, dovrete considerare tutti gli aspetti necessari per renderlo sicuro. Preferite quello sintetico, perché quello naturale ha diverse controidicazioni (gli aghi possono essere tossici, la corteccia può stimolare il gatto ad usare l’albero come tiragraffi, il terriccio può diventare una lettiera…)

Fate attenzione a fissarlo bene a terra o al muro (anche in presenza di bambini piccoli questi accorgimenti possono essere utili ad evitare incidenti). Scegliete una posizione poco favorevole ai salti del vostro gatto, quindi non vicino a tavoli o mensole che possano trasformarsi in trampolini. Sistemate l’albero in modo che se, nonostante gli accorgimenti, dovesse cadere, non finisca su mobili o oggetti che a loro volta potrebbero rompersi (vetrine, porte a vetri, finestre, appendiabiti, quadri…).

Non appendete cibo come caramelle o cioccolatini perché possono essere tossici, così come può essere tossica la neve artificiale.

Se decideste di aggiungere anche le luci, ricordate sempre di staccare il filo dalla corrente ogni volta che non vi è possibile sorvegliare il gatto e quando andate via, se potete, chiudete la porta della stanza in cui è presente l’albero.

Idee per un albero a misura di gatto

Con un po’ di pazienza, potrete trovare molte alternative interessanti e originali per sostituire il classico albero di Natale: se siete abili nel fai da te, potrete costruire un albero di legno da addobbare con materiali naturali. Anche il cartone può essere utilizzato per realizzare un albero ad incastro. Se invece amate il cucito, con della stoffa e dell’imbottitura potrete confezionare degli alberi molto decorativi, e con le stoffe giuste non sarà nemmeno necessario pensare agli addobbi.

Se invece preferite soluzioni già pronte, sul web e nei negozi specializzati troverete moltissime soluzioni già pronte, naturali ed ecologiche.

Il presepe a misura di gatto

Se amate il presepe, ricordate che i pezzi piccoli, i materiali fragili, il muschio sintetico e la neve finta possono costituire dei pericoli per il vostro gatto.

Quali soluzioni? Potete scegliere un luogo inaccessibile al gatto, o protetto, allestendolo in una vetrinetta, in una teca, in una piccola serra o in un vecchio acquario. Oppure potete scegliere un presepe costituito da un pezzo unico.

Natale a prova di gatto: le decorazioni

Il Natale si avvicina ed è tempo di pensare agli addobbi…ma se viviamo con un gatto, come possiamo decorare la casa senza che il nostro micio si faccia male con le decorazioni o prenda la scossa con le luci?

Prima di tutto la sicurezza

Alcune decorazioni possono essere pericolose per il nostro gatto: è bene evitare quelle in vetro o ceramica (che siano palline, portacandele, alberelli o angioletti…), così come sono da escludere i fili argentati e dorati che normalmente si appoggiano sull’albero (alcune parti possono essere accidentalmente ingerite e causare blocchi intestinali), mentre catene e fili luminosi possono sollecitare la voglia di masticare e quindi diventare pericolosi (staccateli dalla corrente se non potete supervisionare).

Se amate le candele, potete optare per quelle con le luci a led, che assicurano l’atmosfera di una luce calda mettendoci al riparo dalla possibilità che il nostro gatto urti la fiamma o faccia cadere la candela accesa con le conseguenze che è facile immaginare.

Che decorazioni scegliere?

Via libera a decorazioni in materiali naturali: carta, cartone, stoffa, feltro, legno, compensato, sughero…

State sempre attenti che non ci siano parti piccole che possono staccarsi ed essere ingerite o diventare affilate. Oltre ad essere a prova di gatto, scegliere prodotti naturali renderà il vostro Natale anche a basso impatto ambientale.

Molto belli e di effetto sono anche i giochi di luci creati dalle proiezioni, così come le vetrofanie.

Decorazioni fai da te

Se avete un po’ di manualità e di fantasia, potete scatenarvi nella creazione di decorazioni a impatto zero, semplicemente sfruttando e riciclando quello che avete in casa, coinvolgendo in questa attività anche i più piccoli. Sul web potete trovare moltissimi spunti interessanti, divertenti e di facile realizzazione.

Oppure potete trovare meravigliose soluzioni nei mercatini e nella pagine di artigiani e hobbysti.

Vi segnalo in particolare i lavori di Barbara BYBA: https://www.facebook.com/ByBa-306519199952689 e le Creazioni di sabbia di Claudia: https://www.facebook.com/creazioni.disabbia.7

7 pericoli che non sappiamo di avere in casa

La nostra casa è davvero un posto sicuro per il nostro gatto? Certamente sì, se ci ricorderemo di porre attenzione ad alcuni dettagli e mettere in sicurezza tutto ciò che può essere pericoloso. Vediamo nel dettaglio 7 pericoli che non sappiamo di avere in casa.

Finestre a vasistas

Le finestre a vasistas, quindi quelle con i serramenti ad apertura a ribalta, possono essere molto pericolose per i gatti, sia che siano abituati ad uscire, sia che siano gatti che vivono esclusivamente in casa: questo tipo di finestre, quando sono aperte a ribalta, favoriscono la possibilità che i gatti restino incastrati ferendosi gravemente nella zona del tronco e le lesioni possono essere anche mortali. E’ quindi necessario non utilizzare l’opzione a ribalta sulle le finestre a cui gatti hanno accesso senza la nostra supervisione, oppure utilizzare una protezione (una zanzariera per esempio)

In cucina

In cucina, facciamo attenzione alle piastre a induzione: non c’è il fuoco, e il gatto non può prevedere che il piano sia bollente, quindi non lasciate mai incustodite le piastre accese.

Attenzione anche ai manici sporgenti delle pentole perché se il gatto decidesse di fare un salto in quella direzione potrebbe rischiare di rovesciarsi addosso il contenuto della pentola.

Attenzione infine agli alimenti che utilizzate mentre cucinate: alcuni sono tossici per il vostro gatto.

Alimenti

Caffè, tè e cioccolato contengono caffeina e teobromina, che sono molto tossici per il gatto.

Bisogna fare attenzione anche ad aglio, scalogno e cipolle perchè provocano anemia in caso di assunzione cronica.

Alcuni gatti sono intolleranti al lattosio e in generale è bene evitare di somministrare latte ai gatti dopo lo svezzamento perché potrebbe procurare diarrea. Vi ricordo che lo svezzamento, se fatto da una balia umana, non deve avvenire con latte vaccino, ma è necessario utilizzare il latte apposito.

L’avocado contiene una sostanza tossica per il gatto e genera vomito e diarrea.

Piante d’appartamento

Alcune piante insospettabili e molto presenti nelle nostre case, sui balconi e nei giardini, possono essere anche letali. 

Il giglio è altamente tossico per il gatto e anche l’ingestione di una quantità minima può causare seri problemi: se il vostro gatto ne mangia un pezzetto, chiamate subito il veterinario, il mancato intervento può portare a patologie molto serie.

L’oleandro è la pianta tossica per eccellenza ed è tossico in tutte le sue parti, così come il rododendro

Anche Azalea e Ciclamino possono può essere letali se ingerite in grande quantità.

Le foglie, gli steli, i fiori della Stella di Natale sono tossiche: provocano irritazione delle mucose e problemi gastrointestinali.

Quelle che ho elencato sono alcune tra le più pericolose, ma ci sono altre piante pericolose e, se amate avere piante in casa. vi invito a confrontarvi con il vostro veterinario per scoprire quali sono quelle da evitare.

Antiparassitari per cani

Alcuni spray, fialette e collari antiparassitari per i cani non devono essere utilizzati sui gatti perché altamente tossici. Normalmente questo è specificato sulla confezione: in ogni caso, prima di applicare un antiparassitario al vostro gatto, fatevi sempre consigliare dal veterinario.

Tabacco

La nicotina è estremamente tossica, non solo per noi ma anche per i nostri gatti. Mai lasciare in giro sigarette, mozziconi, tabacco da fiuto o da masticare, gomme, cerotti  o pastiglie a base di nicotina.

Soprattutto se abbiamo a casa un cucciolo, gli effetti dell’assunzione di nicotina possono essere anche molto gravi.

Medicinali

Tutti i medicinali dovrebbero sempre essere custoditi in un luogo chiuso e inaccessibile agli animali. Ricordiamoci inoltre che i farmaci ad uso umano non devono mai essere somministrati ai gatti senza il parere del veterinario. Per esempio, l’acido acetilsalicilico contenuto nell’Aspirina e negli antidolorifici analoghi è velenoso per i gatti: la dose mortale per un gatto è contenuta già in una sola pastiglia!

Fare la pasta e fare le fusa

Se vivete con un gatto, è probabile che vi sia capitato di osservarlo mentre muove ritmicamente le zampe anteriori sopra una coperta, o anche sopra la vostra pancia, come se dovesse impastare.

Vi siete mai chiesti perchè lo fa?

Perchè un gatto impasta?

E’ un comportamento tipico dei cuccioli che massaggiano la pancia della mamma per stimolare il flusso di latte e quindi alimentarsi: i cuccioli conservano poi questo atteggiamento anche per chiedere coccole, calore e conforto, ed è un modo per stabilire e mantenere un legame emotivo tra loro e con la mamma. A volte, crescendo, questo comportamento diminuisce fino ad estinguersi, ma è frequente che il gatto adulto lo conservi e lo riproduca quando si sente rilassato, sereno e sicuro.

Come impasta?

Normalmente il movimento avviene con le zampe anteriori, ma alcuni gatti usano tutte  e quattro le zampe. Alcuni gatti estraggono le unghie, altri invece le tengono ritratte.

Durante l’impasto, inoltre, i gatti emettono feromoni, delle sostanze che permettono di comunicare intenzioni e stati d’animo e che servono anche per effettuare delle marcature e dichiarare ciò che stanno impastando di loro proprietà.

Alcune femmine, inoltre, possono esprimere questo comportamento in prossimità del calore.

Solitamente scelgono una superficie morbida, come una coperta, il piumone, ma anche un altro gatto, il cane oppure la nostra pancia: se il gesto è accompagnato dalle fusa, allora il micio è proprio rilassato e felice.

Ma cosa sono le fusa?

Le fusa sono delle vibrazioni che nascono a livello della laringe, e ancora oggi i ricercatori le stanno studiando per capire bene il funzionamento e il motivo per cui vengono emesse.

Qualche curiosità sulle fusa


La maggior parte dei felini (come per esempio il puma e il ghepardo) fanno le fusa.

Sappiamo che i piccoli felini sono in grado di fare le fusa ma non sono in grado di ruggire, mentre i leoni e le tigri sanno ruggire ma non possano fare le fusa.

Quando il gatto fa le fusa?

Avrete osservato il vostro micio fare le fusa quando è particolarmente rilassato, quando riceve le coccole, o quando le richiede. I cuccioli fanno spesso le fusa al momento del pasto.

Ma sono stati osservati gatti fare le fusa anche in momenti stressanti, come dal veterinario, o dopo un intervento : probabilmente le fusa n questo caso sono un modo di rassicurarsi e di auto calmarsi: come dicevamo le fusa sono ancora per molti versi un mistero che i ricercatori non hanno ancora completamente risolto.